Roma, 10 dicembre 2012. Gli accordi sul clima (da ultimo quello di Parigi) sembrano tessere, per i paesi partecipanti, strategie di crescita vincolate dalla necessaria riduzione delle emissioni inquinanti.
Nella cornice dell’accordo di Parigi, proprio qualche giorno fa, è stato presentato in un incontro organizzato dal Coordinamento Free (Fonti rinnovabili ed efficienza energetica), un documento particolarmente interessante intitolato “Spunti per una nuova strategia energetica nazionale 2030-2050”.
Il pregevole documento spazia in molteplici settori di interesse che vanno dalle infrastrutture allo sviluppo di produzione energetica a basso impatto ambientale, fino ad arrivare alla mobilità sostenibile.
Interessante per la mobilità sostenibile ciò che il Coordinamento Free asserisce: “E’ significativo che la Norvegia, insieme all’Olanda, stia discutendo la possibilità di consentire la vendita di sole auto elettriche a partire dal 2025 e che in India e in Germania si stia valutando lo stesso obiettivo al 2030.
Il governo dovrebbe stimolare una rapida diffusione della mobilità elettrica in grado di consentire al nostro paese di raggiungere fra 10 anni i livelli di vendita che si riscontrano oggi in Norvegia (30% del mercato) e fra 15 anni una quota del venduto pari al 60% del totale.
Naturalmente l’introduzione di obiettivi ambiziosi rispetto ai ridicoli valori attuali comporta una strategia a tutto campo, inclusa un’attenzione sul versante della produzione di autoveicoli (finora quasi inesistente in FCA).
Attualmente oltre il 70% delle auto vendute in Italia sono importate, una percentuale destinata a salire con il successo della mobilità elettrica”.
Il Governo, dal canto suo, è intervenuto nel merito puntando, in attuazione del regolamento 443/2009/CE che impone alle case automobilistiche la vendita di veicoli nuovi meno inquinanti (95 g CO2/km nel 2020), ad una riduzione significativa delle emissioni da combustione.
Questo indirizzo politico potrebbe consentire di spostare una parte delle risorse economiche al fine di incentivare l’adeguamento infrastrutturale nelle città per favorire la mobilità sostenibile.
E’ nelle aree urbane, infatti, che si trova l’80% della domanda di mobilità delle persone (14 milioni di pendolari ogni giorno girano per le città) ed è qui che si deve agire con politiche di sostegno per il pendolarismo, per la mobilità elettrica, per il rilancio del trasporto pubblico in ambito urbano e per tutte le politiche che favoriscono il rafforzamento della mobilità sostenibile.
Gli obblighi della direttiva e degli obiettivi climatici potrebbero essere raggiunti più facilmente se si puntasse a promuovere la mobilità sostenibile in ambito urbano, con misure di carattere regolamentare in grado di stimolare la diffusione dei veicoli elettrici e delle altre tipologie di veicoli a basso livelli di emissione.
A tal proposito questi temi dovranno essere trattati all’interno di un Piano Nazionale per i Trasporti che definisca le linee di sviluppo e gli investimenti necessari alla creazione di una adeguata rete infrastrutturale che favorisca la mobilità sostenibile nelle città.
La strada è ancora lunga e la volontà politica sembra concentrarsi su temi molto diversi da quello in discussione.
E come sempre, in questi casi, la realtà ed il buon senso dei cittadini anticiperà le scelte della classe politica.
Ciro Acampora
Presidente ANVEL
Associazione Nazionale Veicoli Elettrici
ed a propulsione alternativa